Ravenna | Cronaca | di Giulia Zaccariello
30 maggio 2011
I naturisti cacciati dal Pd e accolti dalla Lega. Lasciano la Romagna per Jesolo
Liti infinite con il sindaco di Ravenna Matteucci: così il popolo dell'abbronzatura integrale molla la storica spiaggia della Bassona a Lido di Dante. L'avvocato Marcacci: "Gli ultimi anni l'amministrazione comunale si è dimostrata bacchettona e intollerante. Senza di noi le presenze caleranno del 20 per cento"
I naturisti fanno i bagagli (pochi) e dicono addio alla
Bassona, la loro storica spiaggia a Lido di Dante. Dopo anni
di liti e scontri con il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci,
l’Aner, l’associazione dei naturisti dell’Emilia Romagna, ha deciso di
abbandonare una delle sue mete storiche. Nuova destinazione: un
comune leghista a due passi da Jesolo.
“Ravenna ha chiuso con noi”, fanno sapere dall’associazione. “Questo
vorrà dire un 20 per cento di presenze in meno. Chi ci ospita, e più
che volentieri, lo abbiamo trovato nel Veneto remoto, quello più
leghista che mai”.
Ecco l’epilogo, salvo ripensamenti, di una battaglia che da tempo si
consuma tra il sindaco Matteucci e i tanti nudisti italiani e
stranieri, che dagli anni Settanta, ogni estate, fanno del
Lido di Dante e della spiaggia della Bassona
(a poco più di dieci chilometri da Ravenna) le loro mete preferite.
“Non consiglierò più la zona di Ravenna come meta per naturisti” ,
dice il presidente dell’Aner, l’avvocato bolognese Jean Pascal
Marcacci. La pazienza è finita. “Siamo stufi di cinque anni
di mancata collaborazione con le autorità locali. Non ho più voglia di
combattere contro un sindaco intollerante che dice sempre no”.
Tra le nuove destinazioni scelte ci sono alcune località delle Marche
e Comacchio. Anche se la prima della lista è la Laguna del
Mort, vicino a Jesolo. “Qui – continua
Maracacci – un Comune leghista ci ha dato un’intera isola. E invece a
Ravenna il sindaco mutandato di centrosinistra… C’era
anche che diversi russi atterrati a Rimini chiedevano di potere avere
una spiaggia dedicata al naturismo, ma le richieste sono rimaste
inevase. E adesso l’unica ufficiale è a Jesolo”. Nella spiaggia veneta
sembra sia tutto pronto per l’arrivo degli amanti della tintarella
integrale. Un’associazione si occuperà di garantire la sicurezza, la
pulizia, e il decoro.
Proprio quello che è mancato fino a oggi alla Bassona. Ma non è sempre
stato così. In passato il rapporto tra naturisti e amministrazione
comunale è stato talmente collaborativo, da portare nel 2002
all’approvazione di un’ordinanza, a firma dell’ex-sindaco di
centrosinistra Vidmer Mercatali, per legalizzare e
destinare i 1000 metri del Lido di Dante alla pratica naturista,
affidando la gestione della spiaggia alle associazioni. Il vento
cambia nel 2006, con l’insediamento di un altro sindaco di
centrosinistra, Fabrizio Matteucci, da poco
riconfermato.
Tempo due anni di giunta e il primo cittadino, con malcelata
insofferenza, coglie l’occasione offerta da una legge
regionale (ironia della sorte invocata dagli stessi nudisti)
per chiudere i cancelli della Bassona. Secondo la norme la spiaggia
nudista, per essere tale, deve essere attrezzata con servizi
igienici e recinzioni. Opere impossibili da realizzare in una
riserva naturale come la Bassona. “Non ho scelta – dice Matteucci –
quest’ anno niente nudismo”.
Immediate le reazioni, non solo da parte dei diretti interessati. A
protestare contro il provvedimento anche i commercianti e gli
albergatori decisamente poco inclini a perdere un mercato che frutta
decine di milioni di euro a stagione, grazie ai circa
15mila turisti provenienti da ogni parte d’Italia, della Germania, e
dei Paesi Bassi.
L’anno successivo la guerra continua, con il primo cittadino che
invita i nudisti a trovarsi altre mete in Regione : “Purtroppo la
situazione a Lido di Dante ha creato degrado. Nel comune di Ravenna
non c’è un’area adatta. Ma le coste dell’Emilia-Romagna hanno 110
chilometri di spiagge…”. Il problema , secondo Matteucci, è anche
quello dei guardoni e degli esibizionisti:
“Spesso arrivano denunce per atti osceni. Questo non è bene per una
località frequentata anche da famiglie”. In realtà, sono gli stessi
naturisti a chiedere più volte all’amministrazione una soluzione per
riuscire a vivere la spiaggia in serenità, senza preoccuparsi di
guardoni e fanatici. Ma tra le due parti il dialogo non decolla.
E così oggi il rapporto tra l’associazione di nudisti e la spiaggia
della riviera si rompe una volta per tutte. Meglio le coste venete,
dove, secondo l’Aner, alcune amministrazioni del Carroccio
si sono dimostrate meno bacchettone e più disponibili
di quelle romagnole. “Non boicottiamo per dispetto – precisa Maracacci
– non ci auguriamo che la località rivierasca perda presenze. Spero
che la gente continui ad andare. Senza di noi però mancherà l’unica
regola che c’era. Cosa accadrà con i maniaci? Ogni volta verrà fatta
intervenire la polizia municipale?”. Prima di partire per il Veneto
però l’Aner promette un’ultima visita alla spiaggia ravennate: “Il 5
giugno, giornata mondiale della Serenità Naturista, andremo là per la
pulizia. Vogliamo salutare lasciando pulito”.