Lettera Aperta al Sindaco di Vizzola Ticino


 
Egr. Sig. Miotti, Sindaco del Comune di Vizzola,
Le scriviamo pubblicamente in merito all'ordinanza n. 7 intitolata "MISURE DI CONTRASTO ALL’ESERCIZIO DELLA PROSTITUZIONE SU STRADA E AI FENOMENI DI DEGRADO PRESENTI SUL TERRITORIO COMUNALE" da Lei emessa lo scorso 7 luglio.

Siamo ben consci dei fenomeni di degrado che si sono verificati nel Suo Comune e che sono indicati nelle premesse contenute nella citata ordinanza, una situazione che ha raggiunto nell'ultimo periodo un livello ormai insostenibile e lesivo della libertà dei fruitori del Parco del Ticino, compresi i naturisti che frequentano da anni la zona. Una situazione che si è venuta a verificare nel tempo, frutto di anni di abbandono, eccessiva tolleranza e scarso controllo del territorio. Un intervento era sicuramente necessario e sarebbe stato preferibile per tutta la collettività che fosse avvenuto con maggiore tempestività prima che si raggiungesse un tale livello di allarme, con misure commisurate alla gravità dell'atto da reprimere. Intervenendo per tempo, non si sarebbe presumibilmente stati costretti a emettere un'ordinanza tanto dura e repressiva, specie nei confronti di noi naturisti. Ordinanza che, nostro malgrado, rispetteremo, astenendoci dal praticare naturismo nelle zone che ricadono all’interno del Suo Comune, ma che ci permettiamo di commentare e, in alcuni specifici punti, di criticare.

Da qualche anno alcuni naturisti che frequentano la spiaggia di Vizzola, percependo disagio e timore per la crescente degenerazione della zona da loro abitualmente frequentata, hanno deciso di fare gruppo per fronteggiare e proteggersi da individui e situazioni del tutto estranee e incompatibili con il naturismo, pratica che affonda le sue radici nell'etica, nel salutismo e nella coscienza ecologica, che promuove il massimo rispetto per se stessi, per il prossimo e per l'ambiente circostante. Questo gruppo di naturisti, preoccupato per la pericolosa escalation degli eventi cui sono stati costretti ad assistere e subire, eventi che hanno anche provato a bloccare sul nascere e osteggiare in prima persona quando le condizioni lo permettevano, ha cercato di contattarLa via posta elettronica e telefonicamente, non ricevendo purtroppo alcuna risposta.
L'hanno contattata spiegando perché frequentano Vizzola, spiaggia che amano e rispettano, proponendosi di presidiare la zona con l'aiuto delle Forze dell'Ordine. L'hanno contattata coinvolgendo anche questa Associazione per darle le necessarie garanzie sulla genuinità dei loro propositi e sulla fondatezza delle soluzioni proposte, soluzioni già in essere in altri Comuni italiani, come ad esempio il Comune di San Vincenzo (LI), con la piena soddisfazione di tutti, naturisti e cittadinanza locale. Hanno chiesto un incontro con Lei, per aprire un dialogo, provare a trovare una soluzione insieme, incontro che Lei purtroppo ha sempre negato.

Dopo circa un anno ecco arrivare un'ordinanza che, seppur condivisibile nelle premesse, mette sullo stesso piano e confonde il naturista con il pervertito, colui che frequenta il luogo con i propri amici e la propria famiglia con la persona che frequenta il luogo in cerca di avventure sessuali. Ci chiediamo (e Le chiediamo) come questo sia potuto accadere, considerati i fatti da noi appena esposti.
Ci chiediamo (e Le chiediamo) come, con le informazioni da tempo in Suo possesso, si possa affermare che la semplice esposizione - NB: non l' “esibizione” come da lei erroneamente indicato - degli organi genitali possa ledere la "salute e l’integrità psicofisica" di chiunque, compresi i minorenni da Lei citati; come una persona nuda che prende pacificamente il sole o fa il bagno possa ledere "il rispetto del complesso di regole etico-sociali attinenti al normale riserbo e alla elementare costumatezza delle persone che liberamente fruiscono delle aree citate” nella zona da noi abitualmente frequentata, che come Lei ben sa è difficilmente raggiungibile e immersa nella natura. Queste nostre considerazioni non sono affatto strumentali o personali, ma si basano sul sentire comune e su diversi pronunciamenti in merito da parte di tribunali ordinari e della Corte di Cassazione. Le citiamo a questo proposito uno stralcio della sentenza n. 3557/2000 della Corte di Cassazione nella quale si afferma che “Per quanto concerne il 'nudo integrale', oggetto del presente procedimento, ovviamente non accompagnato da atteggiamenti erotici o pruriginosi di chi lo esibisce, si osserva che esso - con riferimento al sentimento medio della comunità, ai valori correnti della coscienza sociale ed alle reazioni dell'uomo medio normale - si presta a differenti valutazioni proprio a seconda del contesto in cui si pone. E' evidente che non può considerarsi indecente, ad esempio, la nudità integrale di un modello o di un artista in un'opera teatrale o cinematografica, ovvero in un contesto scientifico o didattico, o anche di un naturista in una spiaggia riservata ai nudisti o da essi solitamente frequentata, mentre invece suscita certamente disagio, fastidio, riprovazione chi fa mostra di sé, ivi compresi gli organi genitali, in un tram, in strada, in un locale pubblico, o anche in una spiaggia frequentata da persone normalmente abbigliate.”.

Ci chiediamo perché emettere un'ordinanza di questo tenore, sapendo bene che colpirà gli stessi naturisti che hanno provato a reagire al degrado da Lei indicati nell'ordinanza e a contattarLa per porvi rimedio. Il rischio concreto è che, passato questo momento di controlli serrati, la spiaggia risulterà essere frequentata solamente dai veri e unici responsabili di tali deplorevoli atti. Questi individui sono infatti ben consci del fatto che controlli di polizia tanto serrati e capillari non sono sostenibili nel tempo. Non solo, per costoro l'ordinanza da Lei emessa è del tutto ininfluente. Già prima dell'ordinanza i loro comportamenti erano perseguibili, bastava contestare loro l’art. 527 del Codice Penale (atti osceni in luogo pubblico), o quanto meno l’abbandono di rifiuto (per di più in zona protetta!). L'ordinanza da Lei emessa ha invece delle pesanti ripercussioni sulle persone che frequentano da tempo il luogo in modo sano e pulito, contrastando già con la loro semplice presenza i comportamenti deplorevoli da Lei citati. In presenza di tale ordinanza i naturisti saranno loro malgrado costretti ad astenersi dal praticare naturismo sulle spiagge del Parco del Ticino che ricadono all'interno del suo Comune (e quindi dal frequentarle). A lungo termine, il risultato sarà avere una zona difficilmente accessibile e controllabile frequentata solamente dai veri e unici responsabili del degrado a cui giustamente si vuole porre rimedio.

Questo nostro ragionamento è stato ben compreso da alcune amministrazioni locali, che consapevoli delle difficoltà di controllare capillarmente il proprio territorio in presenza di continui tagli economici agli enti locali, hanno accettato la nostra collaborazione per presidiare luoghi spesso difficilmente accessibili, immersi nella natura, ma appunto per questo da noi amati e frequentati. Luoghi che siamo pronti a difendere con tutte le nostre forze affinché rimangano decorose e fruibili da chiunque, nel pieno rispetto di tutti. Perché non provare a istituire anche a Vizzola un'area prospicente una fascia di costa fluviale di 200-500 metri, ben delimitata e segnalata, all'interno della quale poter praticare il naturismo? Sia i naturisti che i cittadini di Vizzola e la comunità in genere ne godrebbero dei vantaggi, che si possono così riassumere:
1. concentrazione del fenomeno nudo-naturismo in un'area ben delimitata e da noi presidiata (almeno nei fine settimana estivi), fermo restando la collaborazione della polizia municipale per contrastare i fenomeni di degrado;
2. riduzione dei costi per il controllo di tale area, visto che gli interventi avverrebbero su nostra segnalazione invece che dover provvedere al frequente e costante pattugliamento di una zona tanto remota del Suo territorio;
3. al di fuori di tale area i controlli potrebbero essere più incisivi, visto che il Comune ha previsto e destinato un'area alla pratica del naturismo.

Tutto questo non è utopia, è realtà. Un esempio concreto è fornito dall’area che il Comune di San Vincenzo (LI) ha voluto istituire per la pratica del naturismo all’interno del Parco di Rimigliano (alleghiamo copia della delibera N. 83 del 24/03/2010), area che altrimenti sarebbe rimasta alla mercè dei soliti balordi.

Spero che leggendo questa nostra lettera possa cambiare atteggiamento nei nostri confronti, comprendendo che il nostro allontanamento dalla zona da noi abitualmente frequentata porterà probabilmente a un peggioramento, o nella migliore delle ipotesi al perdurare, dei problemi alla base dell'ordinanza da Lei emessa.

RingraziandoLa anticipatamente per la Sua cortese risposta, che, ne siamo certi, non tarderà a volerci cortesemente inviare, restiamo a disposizione e porgiamo distinti saluti.

Associazione Naturista Italiana
Il Presidente
Francesco Ballardini



Allegati:
* Lettera inviata il 7/7/2009 via posta elettronica - lettera07072009.pdf
* Lettera inviata il 18/11/2009 via posta elettronica - lettera18112009.pdf
* Sentenza della Cassazione n. 3557/2000 - cassazione_3557_2000.pdf
* Delibera n. 83/2010 del Comune di S. Vincenzo (LI) - delibera_svincenzo.pdf